Ambiente

Arrivano gli “scienziati ribelli” per la rivoluzione climatica

Dopo il grande sciopero per l’ambiente del prossimo 25 marzo, sarà la volta degli accademici. Che ad aprile alzeranno la voce contro l’inazione climatica. In Italia previste mobilitazioni per fermare la “distruzione della storia umana”
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21 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

Si chiamano scienziati ribelli e si battono per la rivoluzione climatica. In 19 paesi del mondo più di mille scienziati di ogni disciplina a aprile daranno il via a una ribellione globale per scuotere le coscienze e spingere i governi a una azione concreta e immediata per evitare che il Pianeta vada oltre quei +1,5 gradi che sta ormai raggiungendo.

Dopo il grande sciopero globale del clima che il 25 marzo in tutto il mondo vedrà scendere in piazza l’onda verde dei giovani studenti di Fridays For Future, ad aprile il gruppo degli “scientist rebellion” darà vita a diverse manifestazioni per ribadire il concetto della necessità di una azione urgente.

In Italia, dal 4 al 9 aprile, è prevista dunque una settimana di “mobilitazione non violenta”. In un video su Youtube diversi ricercatori italiani provano a raccontare le ragioni della loro ribellione. All’interno delle università sono state spedite mail e inviti a prendere parte alla “ribellione”. Si terranno incontri, conferenze, azioni dimostrative, ma anche scioperi con messaggi condivisi via social.

Tra i “ribelli” ci saranno anche alcune celebrità nel mondo della scienza, come lo scienziato e attivista della NASA Peter Kalmus. Il loro, raccontano sui siti, è un atto necessario, una ribellione che nasce dalla presa di coscienza che con i normali “avvertimenti” della scienza finora nulla è cambiato. “Come scienziati - sostengono - abbiamo provato a scrivere rapporti e a fare presentazioni sul clima e sulla crisi ecologica a chi è al potere. Ora dobbiamo avere l’umiltà di accettare che questi tentativi non hanno funzionato. Ora è il momento per noi di agire, in modo da mostrare quanto seriamente prendiamo i nostri avvertimenti”.

Si chiedono: “Che senso ha documentare in modo sempre più dettagliato la catastrofe che dobbiamo affrontare, se non siamo disposti a fare nulla al riguardo? Gli accademici sono in una posizione perfetta per condurre una ribellione: lavoriamo in centri ricchi di conoscenze e competenze, siamo ben collegati in tutto il mondo e con i Governi, abbiamo grandi piattaforme da cui informare, educare e radunare, e abbiamo autorità e legittimità implicita, che è la base del potere politico. Possiamo fare la differenza. Dobbiamo fare il possibile per fermare la più grande distruzione della storia umana”.

Lo scopo sarà riuscire a mobilitare oltre 1000 scienziati in tutto il mondo che a loro volta coinvolgeranno cittadini, studenti, abitanti di una Terra che ha bisogno di un cambiamento immediato: “Non c’è mai stato momento migliore per unirsi a noi - chiosano sui loro social invitando le persone a prendere parte di questa svolta - sintonizzatevi e partecipate alla ribellione degli scienziati”.

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