Culture

Se la modernità ruba i nostri corpi

A Milano, Fondazione Prada presenta la mostra Useless Bodies? di Elmgreen & Dragset. Una serie di installazioni che mixano arte antica e prodotti della tecnologia. E indagano l’importanza della presenza fisica nell’era post-industriale
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20 marzo 2022 Aggiornato alle 10:00

Sculture bianche ed eteree come quelle antiche, ma alle prese con robot o visori. Fondazione Prada ospiterà dal 31 Marzo al 22 Agosto 2022, la mostra Useless Bodies?, del duo di artisti Elmgreen & Dragset.

Una delle esposizioni più estese mai realizzate dal centro culturale e articolata in 4 spazi espositivi interni assieme al cortile della sede milanese: oltre 3.000 metri quadri, dai due piani del Podium alla galleria Nord e alla Cisterna, in cui si indaga la condizione dell’uomo e della sua corporeità nell’era post-industriale.

Oggi, il fatto che la presenza fisica non abbia più un ruolo imprescindibile condiziona ogni aspetto della nostra esistenza: dalla sfera lavorativa a quella relazionale. Una serie di installazioni immersive esplorano quindi le modalità con cui l’uomo si sta adattando fisicamente a una realtà permeata dall’ “immaginario bidimensionale” e popolata da display e videocall.

“I nostri corpi non sono più i soggetti attivi delle nostre esistenze. Diversamente da quanto accadeva nell’era industriale, oggi non generano più valore all’interno degli avanzati meccanismi produttivi tipici della società contemporanea. Si potrebbe addirittura affermare che le nostre identità fisiche siano diventate più un ostacolo che un vantaggio.

Nel 19° secolo il corpo produceva i beni di consumo, nel secolo successivo ha assunto prevalentemente il ruolo di consumatore. Nel primo ventennio del 21° secolo il corpo detiene lo status di prodotto i cui dati vengono raccolti e venduti dalle Big Tech. In un’epoca in cui la mercificazione dei dati personali da parte delle aziende tecnologiche è di dominio pubblico – seppur inutilmente – e l’influenza di queste organizzazioni su ogni aspetto della nostra vita è sempre più dilagante, ci fa un po’ paura pensare al ruolo futuro dei nostri corpi.”

Un tema caro al linguaggio di Elmgreen & Dragset, che si sono soffermati spesso sui vari aspetti della percezione del corpo, dall’intimità, all’identità e all’espressione individuale nella dimensione pubblica. Il loro sodalizio artistico dura dal 1995.

Pregnant white maid
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What’s left? (Elmar Vestner)
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This is how we play together
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