Ambiente

Rifiuti da apparecchiature elettroniche: a che punto siamo?

Buone notizie nella Giornata mondiale del riciclo: secondo l’ultimo report del Centro di coordinamento RAEE, la raccolta di questi tipo di prodotti è aumentata del 5,3% in un anno. Ma bisogna fare ancora di più: evitare i flussi illegali e promuovere una rete di prossimità
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
18 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

Non si arresta la raccolta dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Rispetto al 2020, l’Italia ha raggiunto quota 385.000 tonnellate: un incremento del 5,3%. Numeri che fanno ben sperare, soprattutto in occasione della Giornata mondiale del riciclo di oggi.

Tra le regioni più virtuose, figurano Valle d’Aosta e Liguria al Nord, Toscana e Umbria al Centro. Al Sud è la Sicilia a generare i maggiori volumi di raccolta. Viceversa, la Campania si conferma ultima per raccolta pro capite. Lo attesta il 14° Rapporto annuale del Centro di coordinamento RAEE.

«Un significativo elemento di novità rispetto all’anno precedente è che buona parte dei volumi incrementali complessivi derivano dalla raccolta dei vecchi televisori, a seguito dell’introduzione del Bonus TV a partire da fine agosto» ha sottolineato il presidente del Centro di coordinamento, Bruno Rebolini. «Si è trattato di una dinamica sicuramente positiva che, per la modalità prevista, ha favorito l’incremento dei flussi legali. Al tempo stesso è stato un fenomeno eccezionale e repentino, concentratosi per due terzi nell’ultimo quadrimestre. Fenomeni di questo tipo causano una serissima difficoltà alla filiera, al punto che tutte le associazioni di categoria hanno promosso una richiesta al MiTe per favorire lo stoccaggio dei televisori ritirati in attesa di trattamento».

Secondo Rebolini, per far crescere i flussi è necessaria una rete di raccolta più capillare e di prossimità ma anche investire su una comunicazione dedicata e puntuale.

Dello stesso avviso è Michele Zilla, presidente di Cobat RAEE, consorzio italiano che si occupa di raccolta, stoccaggio, trattamento e recupero di rifiuti elettronici, che alla Svolta ha spiegato: «È sempre più importante il coinvolgimento di tutti gli attori, pubblici e privati, sia sul fronte della raccolta, la più prossima al cittadino, che sul fronte della consapevolezza di un’etica ambientale».

La mission di Zilla e del suo consorzio è impedire che i rifiuti elettrici ed elettronici siano dispersi nell’ambiente e, dall’altra, che non vengano esportati illegalmente.

Parallelamente, Cobat si impegna anche a incentivare lo sviluppo degli impianti di trattamento dedicati al riciclo delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, in particolare per gli apparecchi di refrigerazione, come frigoriferi e condizionatori, e di quelli che gestiscono l’elettronica di consumo, come iPad, cellulari, computer, ricchi di materie prime pregiate, come a esempio le terre rare.

«I consorzi come Cobat – ha sottolineato Zilla – hanno l’obiettivo far sì che i produttori gestiscano in modo appropriato il fine vita dei loro prodotti. La mission è dunque quella di rendere sempre più compatibili le attività di raccolta e di trattamento dei RAEE, con la progetto europeo dell’Economia Circolare».

«La possibilità del riuso dei beni elettrici ed elettronici, che potrebbero ancora essere utilizzati, si scontra con una carenza di norme che ne impediscono lo sviluppo. Siamo in attesa di un Regolamento che configuri il quadro giuridico che il MiTe dovrà emanare per poter rendere accessibile questa linea di utilizzo dei beni, senza che diventino rifiuti», conlude Zilla.

A proposito delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, l’11 marzo la Commissione Ue ha avviato una consultazione pubblica, attiva fino al 2 giugno, sulla revisione delle norme comunitarie che limitano l’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Il fine di questa iniziativa è soprattutto affrontare le sfide poste dalla gestione dei rifiuti e garantire una migliore protezione della salute e dell’ambiente così come consentire a tutte le parti interessate, cittadini compresi, di fornire prove e pareri sulle migliori opzioni per migliorare la direttiva RoHS sulla limitazione delle sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.

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