Economia

Gli oligarchi russi sono nel mirino delle sanzioni

Le nuove misure economiche imposte da Unione europea, Stati Uniti e Regno Unito colpiscono duramente i miliardari vicini a Putin. E il commercio di beni e servizi esportati dal loro Paese, fino a oggi protetti da uno “status” privilegiato
Il gruppo di militanti che ha occupato una casa a Belgrave Square, a Londra, di proprietà del magnate russo Oleg Deripaska.
Il gruppo di militanti che ha occupato una casa a Belgrave Square, a Londra, di proprietà del magnate russo Oleg Deripaska.
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
17 marzo 2022 Aggiornato alle 11:52

Non distante dai primi germogli che si stanno schiudendo a Hyde Park, e dalle vetrine di Harrods, la villa da sogno dell’oligarca russo Oleg Deripaska è stata occupata da un gruppo di dimostranti. Dalla ringhiera nera che delimita il balcone che si affaccia su Belgrave Square, un lenzuolo azzurro recita “Questa proprietà è stata liberata”. Prendere le distanze dalla guerra, nei giorni scorsi, non è bastato all’imprenditore russo per garantirsi l’immunità dalla lista nera britannica. Secondo alcune indiscrezioni, questo gesto anticipa la prossima mossa del premier inglese Boris Johnson: sequestrare le case di lusso e trasformarle in residenze temporanee per i rifugiati di guerra.

Intanto, la lista delle personalità sovietiche sanzionate non fa che aumentare. E, così, anche la pressione su Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina, cominciata ormai 22 giorni fa.

In un discorso rivolto ai funzionari del governo, in cui dice di non voler invadere l’Ucraina, il presidente russo Vladimir Putin ha speso delle parole anche per gli oligarchi e gli uomini più potenti del Cremlino. «Non sto affatto giudicando chi ha una villa a Miami o in Costa Azzurra, chi non può fare a meno del foie gras, delle ostriche o delle cosiddette libertà di genere», ma sono persone «pronte anche a vendersi la madre». Putin li ha chiamati «traditori nazionali», in un discorso che ha tutta l’aria di essere un avvertimento per chi avesse in mente di abbandonare la sponda sovietica, dopo l’imposizione di nuove sanzioni da parte di Regno Unito e Unione europea.

Le penalità di Londra e Bruxelles hanno colpito gli oligarchi sovietici, mentre gli Stati Uniti si sono concentrati su 11 leader militari del Paese. Tra loro, personalità legate alla Difesa come Viktor Zolotov, comandante in capo della Guardia nazionale russa, e Alexander Mikheev, direttore generale di Rosoboronexport, uno stato- società controllata che commercia armi.

Le nuove sanzioni Ue puntano al proprietario del Chelsea Football Club e miliardario Roman Abramovich, con il congelamento dei beni e il divieto di viaggiare. Il magnate era già stato colpito dalle misure britanniche la settimana scorsa, quando il dipartimento del Tesoro londinese, in un documento ufficiale, l’ha definito come un “oligarca filo-Cremlino”. Oltre ad Abramovich, l’Ue ha preso di mira gli azionisti German Khan e Alexey Kuzmichev del Gruppo Alfa, l’élite delle forze speciali russe che appartiene all’agenzia di spionaggio della Russia erede del KGB sovietico, e Tigran Khudaverdyan, direttore esecutivo di Yandex, la società ICT russa che ha il più grande motore di ricerca in Russia, è nella lista nera per i suoi legami con il presidente russo Vladimir Putin.

Il Regno Unito ha annunciato un’altra serie di sanzioni per oltre 100 miliardi di sterline contro 370 russi, tra cui 50 oligarchi e le loro famiglie: tra questi Mikhail Fridman, co-fondatore di Alfa-Bank, la più grande tra le banche private del Paese, e varie personalità vicine alla politica come l’ex presidente Dmitry Medvedev, l’addetto stampa di Putin, Dmitry Peskov, la portavoce degli Affari esteri, Maria Zakharova e Mikhail Mishustin, il primo ministro russo. Preso di mira anche Alexander Ponomarenko, il presidente dell’aeroporto Sheremetyevo, la cui ricchezza è stimata in 2,22 miliardi di sterline.

Si tratta di individui già sanzionati da alleati come l’UE, il Canada e gli Usa. Washington, intanto, ha annunciato nuove sanzioni contro il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, alleato della Russia nell’invasione dell’Ucraina, e contro sua moglie.

Londra aumenterà anche le tariffe su un certo numero di merci di 35 punti percentuali, tra cui la vodka. Una decisione che arriva dopo che, la scorsa settimana, le nazioni del G7 – Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti - hanno dichiarato che avrebbero posto fine allo status di “nazione più favorita” della Russa: una decisione che aprirà la strada all’imposizione di dazi su una vasta gamma di beni e servizi esportati dalla Russia. E che segnerà la fine, di fatto, degli ordinari scambi commerciali tra Stati Uniti e Russia.

Le misure dell’Ue includono anche il divieto di transazioni con le società russe di proprietà statale, a eccezione del settore petrolifero e del gas. Vietata anche l’importazione di prodotti siderurgici per un valore di 3,3 miliardi di euro, oltre all’esportazione di beni di lusso in Russia, tra cui automobili costose e gioielli.

Anche in Italia la Guardia di Finanza sta sequestrando beni come ville, yacht e appartamenti di proprietà di oligarchi russi per 700 milioni di euro. L’ultimo personaggio nel mirino della Gdf è stato Peter Olegovich Aven, ex ministro di Boris Eltsin per le relazioni economiche internazionali: la sua villa a Punta Sardegna, in provincia di Sassari, è stata posta sotto sequestro.

Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha dichiarato dalla Commissione europea a Bruxelles che l’Ue sta lavorando per chiudere qualsiasi scappatoia agli oligarchi per aggirare il regime delle sanzioni. Secondo un’inchiesta del Sole 24Ore, molti oligarchi hanno già messo al sicuro le proprie società nelle aree offshore nel cuore dell’Europa, come l’isola di Oktyabrsky, a Kaliningrad, incastonata tra la Polonia e la Lituania.

Il 15 marzo, durante una riunione dedicata all’aumento della stabilità economica russa di fronte alle sanzioni, il premier ha spiegato che il pacchetto di misure prevede più di 100 iniziative per un valore di circa 1.000 miliardi di rubli, che saranno rafforzate man mano che il conflitto si evolve. Mishustin ha poi sottolineato che sarà lanciato un nuovo programma di prestiti che contribuirà a sostenere le imprese, comprese quelle di importanza sistemica.

Non mancano, neanche a partire dal fronte russo, le sanzioni contro chi si oppone all’”operazione militare speciale” intrapresa da Vladimir Putin, “in risposta alle sanzioni senza precedenti […] e sulla base delle reciprocità”: tra i nemici sovietici figurano il Presidente americano Joe Biden, il Segretario di Stato Antony Blinken, il capo del Pentagono Lloyd Austin, il consigliere della sicurezza Nazionale Jake Sullivan, ma anche l’ex Segretaria di Stato Hillary Clinton, la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki e Hunter Biden, il figlio del presidente americano.

Fa capolino anche il premier canadese Justin Trudeau: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, martedì 15 marzo, si è rivolto al parlamento di Ottawa per chiedere una no-fly zone della Nato in Ucraina, ovvero un divieto di sorvolo di velivoli o droni non autorizzati nei cieli del Paese. Tutte queste sanzioni prevedono il blocco di ingresso in Russia e il congelamento di asset, senza impedire però contatti ad alto livello, se necessario.

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