Diritti

Verso un’istruzione “sostenibile” per le ragazze africane

Come impatta il cambiamento eco-climatico sull’educazione femminile nell’Africa sub-sahariana? È il tema di un incontro organizzato dall’Italia, a margine della 66esima conferenza della Commissione sulla condizione delle donne nel mondo
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
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16 marzo 2022 Aggiornato alle 11:00

Ogni anno, per circa due settimane, la Commissione sulla condizione delle donne (CSW) si riunisce a New York per analizzare progressi e lacune sull’empowerment femminile in campo politico, economico e sociale.

La CSW è un organismo intergovernativo mondiale, nato nel 1946 per promuovere i diritti delle donne e la parità di genere in tutto il mondo. Il 14 marzo è stata inaugurata la sua 66esima edizione (che durerà fino al 25 marzo), il cui focus principale riguarda l’uguaglianza e l’emancipazione femminile in relazione alla crisi eco-climatica e alle politiche per il suo contenimento.

Tra gli eventi che coinvolgono il nostro Paese c’è “Women and Girls in Sub-Saharan Africa: Transforming Education for a Sustainable Future”, un incontro organizzato a margine della CSW per il 16 marzo. «L’evento virtuale - riporta la Commissione - fornirà uno spazio di dialogo intergenerazionale su come garantire un’istruzione a tutte le ragazze dell’Africa subsahariana, prendendo in analisi anche la dimensione ambientale».

Nonostante negli ultimi due decenni siano aumentati i livelli di istruzione femminile nella regione, l’accesso a un’educazione paritaria non è ancora assicurata a tutte le ragazze.

Circa 9 milioni di bambine tra i 6 e gli 11 anni non possono andare a scuola per motivi socio-culturali: c’è chi le vuole impegnate nei lavori domestici e chi invece le preferisce sposate in giovane età. Così la maggior parte di queste non riesce a completare il ciclo educativo di 12 anni.

E se la pandemia ha contribuito a rafforzare questa tendenza, bisogna considerare anche i danni che la crisi ambientale può portare alle giovani donne. «Il cambiamento climatico aumenta la vulnerabilità di queste ragazze e ostacola il loro accesso a un’istruzione di qualità, amplificando i risultati della radicata disuguaglianza di genere», scrive CSW.

Secondo le Nazioni Unite, il calo delle risorse e la siccità nella regione causano migrazioni e sfollamenti, i cui effetti possono portare all’aumento di matrimoni precoci (per le conseguenze della crisi climatica sull’economia) e a una maggiore violenza di genere.

Già durante il primo giorno della CSW era stato presentato il tema con l’inaugurazione dell’omonima mostra italiana del giovane fotografo ivoriano Mohamed Keita. «Le donne in Africa possono essere artefici del cambiamento, quando vengono create le condizioni di accesso a un’istruzione di base e una preparazione per affrontare gli effetti del cambiamento climatico». Lo ha dichiarato la ministra italiana per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, la quale ha preso parte all’inaugurazione della mostra.

«Con queste fotografie - ha aggiunto - lanciamo oggi un messaggio di speranza, per le donne africane e di tutto il mondo, dall’Ucraina all’Afghanistan, e ai numerosi altri teatri di crisi dove queste stanno lottando».