Futuro

La Spagna contro gli influencer del junk food

A causa degli alti tassi di obesità infantile, Madrid vuole vietare la pubblicità di cibo spazzatura rivolta ai minori che circola anche sui social
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
12 marzo 2022 Aggiornato alle 13:00

I bambini, si sa, possono essere facilmente influenzati dalle pubblicità. Per questo motivo la Spagna si è attivata per regolamentare la sponsorizzazione del cibo spazzatura ai minori. Caramelle, cioccolato, biscotti, succhi e gelati: è una parte della lista degli alimenti tabù.

Il progetto vorrebbe vietare la commercializzazione di junk food in tv, in radio, sui social, sul web e al cinema durante tutta la fascia oraria dedicata ai bambini. Lunedì 7 marzo, esattamente 3 giorni dopo il World Obesity Day, il progetto è passato in udienza pubblica, così da permettere ai cittadini, entro la fine del mese, di esprimersi a riguardo.

Prima della pubblicazione, alla proposta è stata fatta una piccola aggiunta con la quale si vieterebbe la promozione del junk food ai bambini da parte delle celebrità. Inoltre, influencer, sportivi, personaggi della televisione e artisti sarebbero tutti invitati a partecipare alle campagne educative sulla corretta alimentazione.

La necessità di un intervento è nata dagli alti livelli di obesità infantile della Spagna, numeri che sono in aumento dal 1987 (anno in cui sono stati raccolti i primi dati). «Secondo i risultati dell’Indagine sanitaria nazionale spagnola del 2017 - si legge nella bozza del nuovo decreto - nella fascia di età 2-17 anni l’obesità colpisce più di un bambino su 10, con livelli simili per entrambi i sessi».

Nel Paese la pubblicità ai minori di cibi e bevande è regolata dal 2005 dal Codice Paos ma, come ha riportato il quotidiano El País, per il ministro dei consumi Alberto Garzón il codice risulta ormai insufficiente.

L’obesità infantile non è un problema solo in Spagna. Secondo la World Obesity Federation, in Italia il 9,9% dei bambini e l’8,8% delle bambine risultano sovrappeso. Okkio alla Salute, sistema di sorveglianza nazionale sull’obesità infantile, ha rilevato che nel 2019 «quasi un bambino su 2 non fa una colazione adeguata al mattino, uno su 4 beve quotidianamente bevande zuccherate o gassate e consuma frutta e verdura meno di una volta al giorno».

Guardando invece al contesto globale, il sito del World Obesity day conta 800 milioni di persone affette da obesità e stima che, entro il 2030, il tasso infantile possa aumentare del 60%, raggiungendo così quota 250 milioni di bambini. «Ecco perché chiediamo un intervento a livello locale, nazionale e globale», scrive il sito.

Dall’analisi di questi dati emerge più che mai l’urgenza di un’educazione alimentare tra i minori, non solo da parte dei genitori ma soprattutto all’interno delle scuole. In Spagna, in Italia e nel mondo.

Leggi anche
Secondo l’ultimo rapporto World Obesity Atlas i tassi di obesità sono aumentati considerevolmente negli ultimi anni
Salute
di Chiara Manetti 3 min lettura
Futuro
di Redazione 2 min lettura