Futuro

I virus nei laboratori ucraini sono al sicuro?

L’Oms ha raccomandato al Ministero della Salute di Kyiv di distruggere gli agenti patogeni conservati negli istituti di ricerca biologica. A causa dei bombardamenti, ci potrebbe essere il rischio di “fughe”
Gli esperti di biosicurezza temono che il movimento delle truppe russe e i bombardamenti sulle città ucraine possano danneggiare i laboratori
Gli esperti di biosicurezza temono che il movimento delle truppe russe e i bombardamenti sulle città ucraine possano danneggiare i laboratori
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
11 marzo 2022 Aggiornato alle 17:00

Il rischio di questa guerra potrebbe essere anche biologico. A preoccupare l’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono i laboratori di ricerca biologica in Ucraina. Bisogna evitare eventuali fuoriuscite degli agenti patogeni che potrebbero causare la diffusione di malattie e infezioni.

E così l’organizzazione ha consigliato, come riporta l’agenzia britannica Reuters, di distruggere gli agenti patogeni: gli esperti di biosicurezza temono che il movimento delle truppe russe e i bombardamenti sulle città ucraine aumentino il rischio di “fuga”. L’Oms ha parlato di “smaltimento sicuro e protetto di qualsiasi agente patogeno” e si è messa a disposizione per assistere se necessario e ove possibile.

I laboratori di salute pubblica ucraini, nel corso degli anni, hanno ricevuto il sostegno finanziario di Stati Uniti, Unione europea e dello stesso Oms. Qui, i ricercatori e le ricercatrici studiano il modo per mitigare malattie pericolose che colpiscono sia gli animali che gli esseri umani, incluso il Covid-19. A metà febbraio i contagi erano più che raddoppiati nel Paese, dove solo il 35% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale.

L’Oms ha dichiarato in un comunicato ufficiale di aver “fortemente raccomandato al Ministero della Salute in Ucraina e ad altri organismi responsabili, di distruggere gli agenti patogeni ad alto rischio per prevenire potenziali fuoriuscite”. Non è chiaro a quando risalgano queste raccomandazioni, né quali siano i pericoli presenti nei laboratori ucraini. E neanche quale sia stata la risposta da parte delle istituzioni: né l’organizzazione, né i funzionari ucraini a Kyiv o i delegati presenti presso l’ambasciata a Washington, hanno voluto commentare.

Solo qualche giorno fa, mercoledì 9 marzo, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che gli Stati Uniti gestiscono un laboratorio di guerra biologica in Ucraina, un’accusa che la Russia rinnova da lungo tempo, ma che è stata ripetutamente smentita da Washington e Kyiv. Secondo Zakharova i documenti portati alla luce hanno mostrato “un tentativo di emergenza di cancellare le prove di programmi biologici militari”, distruggendo campioni di laboratorio.

Le fake news riguardanti questi laboratori biomilitari gestiti dagli Usa circolano in Rete da anni, tanto che nel 2020 i servizi di sicurezza dell’Ucraina avevano chiesto ai politici di «non diffondere false informazioni». Una mappa accompagnava uno dei post diffusi su Facebook e inneggianti a questi stabilimenti segreti, 15 in totale: ma si tratta dei laboratori biologici gestiti dal governo ucraino, e parte di un trattato firmato nel 2005 tra Ucraina e Usa, volto a ridurre al minimo le potenziali minacce biologiche.

Come in precedenza, un portavoce ucraino ha negato “rigorosamente” ogni accusa mossa da Zakharova, e le smentite sono arrivate anche dal governo degli Stati Uniti, che ha definito le affermazioni “ridicole” e ha controbattuto che la Russia potrebbe usare queste dichiarazioni come pretesto per dispiegare le proprie armi chimiche o biologiche «in violazione del diritto internazionale». Olivia Dalton, portavoce della Missione statunitense presso le Nazioni Unite, ha detto: «Non permetteremo alla Russia di farla franca con il gaslighting».

Dalton ha fatto riferimento alla tecnica di manipolazione psicologica in cui l’aggressore presenta false informazioni alla vittima con l’intento di farla dubitare della sua stessa memoria. La portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, ha dichiarato in una nota che «è il tipo di operazioni di disinformazione che negli anni abbiamo visto perpetrate dalla Russia in Ucraina e in altri Paesi, e che sono state più volte smentite […] La Russia è nota per essere solita accusare l’Occidente delle violazioni che lei stessa ha perpetrato».

Oggi, su richiesta del Cremlino, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite – composto da 15 membri, di cui cinque permanenti: Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Usa –, si è riunito per discutere le affermazioni di Mosca, presentate senza prove, sulle attività biologiche statunitensi in Ucraina. Ma tutto, per ora, tace.

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