Ambiente

Così gli aquiloni catturano il vento (e producono energia)

Il settore dell’eolico è in crescita. E aumentano le alternative alle turbine: maxi-vele in grado di operare ad altezze maggiori, dove le correnti d’aria soffiano più forti e con un’intensità costante
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
13 marzo 2022 Aggiornato alle 16:00

Da piccoli almeno una volta ce ne hanno regalato uno, magari d’estate in spiaggia, ed era quasi certamente destinato a rompersi prima della fine dell’estate.

Ma gli aquiloni di cui parliamo questa volta sono molto più grandi di quelli giocattolo: si tratta di vele ampie alcune decine di metri – esistono prototipi ancora più giganteschi – molto simili a quelle impiegate per il parapendio e in grado di catturare il vento e trasformarlo in energia.

L’eolico è tra le fonti più pulite e rinnovabili, eppure comporta ingenti costi di manutenzione ed è soggetta a fattori imprevedibili, come il mutare dei venti. Già da alcuni anni molte imprese stanno sperimentando un’alternativa che potrebbe rivelarsi economicamente più conveniente.

Librandosi fino a 800 metri di altezza, l’aquilone riesce a sfruttare al meglio, rispetto alle torri che svettano tra i 200 e i 300 metri, la potenza del vento, che ad alta quota solitamente soffia più forte e in maniera costante. La vela viene ancorata a una base, che può consistere in una struttura posizionata al suolo o galleggiante sull’acqua, che ne governa i movimenti per massimizzare la produzione di energia. È più silenziosa delle turbine e altera meno il paesaggio naturale.

In particolare, il marchio tedesco SkySails ha cominciato a sperimentare sugli aquiloni a partire dal 2001 con l’intenzione di mettere a punto delle ali che trainassero le navi in mare. Come racconta la BBC, l’azienda aveva in mente di ridurre il fabbisogno di carburante delle proprie imbarcazioni. Una scelta previdente se si pensa che l’Organizzazione marittima internazionale delle Nazioni Unite ha introdotto negli ultimi tempi requisiti stringenti per contenere le emissioni e tutte le aziende del settore si sono dovute adeguare, attrezzandosi con strutture simili agli aquiloni della SkySails per sospingere i bastimenti.

Dal 2015, poi, l’azienda si è dedicata anche alla produzione di energia elettrica fondando SkySails Power.

Sollevato dal vento, l’aquilone progettato dalla società tedesca si spiega in 150 metri quadrati di larghezza, guadagna quota e srotola un cavo collegato a terra: la forza di trazione attiva un generatore installato sul basamento, che produce elettricità.

Ma turbine e aquiloni non sono le uniche risorse in campo: come riporta il Post, c’è l’azienda svizzera TwingTec che progetta droni a motore elettrico al posto degli aquiloni. Il meccanismo è simile: un cavo collega i droni alla piattaforma e il movimento aziona un generatore di corrente elettrica. Invece, Ampyx Power, di origine olandese, progetta droni che possono essere lanciati con un sistema simile a quello di una catapulta ed entro il 2024 spera di poter costruire strutture di 36 metri.

Insomma, un settore in espansione. Secondo le previsioni dell’International Energy Association l’energia eolica crescerà esponenzialmente entro il 2050, e insieme a quella solare costituirà il 70% della domanda di elettricità a livello mondiale.

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