Ambiente

Clima, lavoro, parità: i traguardi verdi della Ue

In occasione della giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili, l’Europa pubblica la relazione generale sull’attività comunitaria 2021. Con risultati e obiettivi che puntano a farci diventare il primo continente a impatto zero
Oggi le città italiane aderiscono all'iniziativa M'illumino di meno 2022, spegnendo le luci dei monumenti.
Oggi le città italiane aderiscono all'iniziativa M'illumino di meno 2022, spegnendo le luci dei monumenti.
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
11 marzo 2022 Aggiornato alle 07:00

Spegnere, pedalare e rinverdire. Sono tante le realtà italiane che hanno deciso di aderire a M’illumino di meno, la giornata del risparmio energetico e degli stili di vita sostenibili arrivata quest’anno alla 18esima edizione.

Dallo spegnimento di luci, elettrodomestici e altri devices elettronici, azione necessaria in un periodo di pesanti aumenti dei prezzi dell’energia, fino alla promozione dell’utilizzo di biciclette e della semina e mantenimento di piante e verde nei propri spazi, l’11 marzo è un’occasione per ricordare a noi stessi quanto le nostre azioni impattino sulla salute del Pianeta.

Tra le iniziative, Un albero per il futuro proposto dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità prevede di piantare ben 50.000 alberi in 10 anni. L’obiettivo è dar vita a un bosco diffuso in tutta la Penisola. Una distesa verde di piccoli alberi di specie autoctone che cresceranno guidandoci in direzione di un miglioramento della qualità ambientale.

Testimonial ufficiali di questa importante giornata sono il botanico Stefano Mancuso, che invita scuole e università italiana a partecipare al progetto Adotta un albero, e Paola Giannotti, ciclista piemontese che sta attraversano in questi giorni il Vecchio Continente in sella alla sua bici. Dopo aver pedalato per oltre 2.000 km è pronta a raggiungere Milano proprio durante il M’illumino di meno day 2022.

A rafforzare l’importanza della giornata, i nuovi dati della Commissione europea, che ha pubblicato la relazione generale sull’attività comunitaria nel 2021. Un documento redatto per spiegare anche i progressi compiuti nel rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050, partendo dalla riduzione delle emissioni nette di gas climalteranti del 55% entro il 2030, grazie alla prima legge sul clima adottata lo scorso giugno.

I benefici non riguardano solo l’ambiente ma anche il settore dell’occupazione: l’impegno comunitario nella transizione potrebbe creare circa 1 milione di posti di lavoro entro il 2030 e 2 milioni entro il 2050.

Il percorso in cui si sta impegnando l’Unione non sarà, almeno nelle intenzioni, solo verde ma anche equo. Lo scorso luglio, è stato proposto di istituire un nuovo Fondo sociale per il clima. Uno strumento, dal valore di 72,3 miliardi di euro per il periodo 2025-2032, per sostenere la transizione verso la neutralità climatica per i cittadini vulnerabili, che dipendono maggiormente dai combustibili fossili.

«Il finanziamento – si legge nel documento – servirà ad aiutare gli Stati membri a sostenere le famiglie e le microimprese più fragili, a investire nell’efficienza energetica e nella ristrutturazione degli edifici e contribuirà a finanziare una mobilità a basse e a zero emissioni».

A questo proposito, l’ambizione della Commissione di raddoppiare il tasso di ristrutturazione degli edifici nel Vecchio Continente ha dato origine a nuove iniziative, come la proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia, che mira a garantire la decarbonizzazione del proprio parco immobiliare attraverso il passaggio del 15% delle abitazioni di ogni Stato membro dalla classe G almeno alla classe F entro il 2030.

Parallelamente, la proposta di direttiva sulle rinnovabili fissa al 49% il nuovo parametro di riferimento per l’utilizzo di energia green negli edifici entro il 2030, prevendo aumenti annuali della quantità utilizzata per il riscaldamento e il raffreddamento.

Proprio le energie rinnovabili dovranno raggiungere una quota del 40% del mix energetico comunitario entro il 2030 (il doppio del dato del 2020).

Nel settore della mobilità, lo scorso luglio la Commissione ha proposto di ridurre del 55 % le emissioni di CO2 delle autovetture entro il 2030, abbattendo del 50% quelle dei furgoni. Raggiungendo le zero emissioni prodotte dalle nuove autovetture entro il 2035.

La COP26 di Glasgow dello scorso autunno è stato un importante banco di prova per verificare la portata dell’impegno europeo contro il cambiamento climatico. In quell’occasione, l’Unione ha aderito, tra le tante iniziative, all’impegno globale per la riduzione delle emissioni di metano del 30% entro il 2030 rispetto ai livelli del 2020. Il Vecchio Continente si è impegnato a stanziare un miliardo di euro in 5 anni per sostenere l’impegno globale per il finanziamento delle foreste: la sfida coinvolge oltre 100 leader mondiali, che ospitano circa l’85 % delle foreste mondiali.

Infine, il tema della produzione biologica. A marzo la Commissione ha adottato un piano d’azione per lo sviluppo del settore, che mira a «contribuire all’obiettivo del Green Deal europeo di destinare il 25% dei terreni agricoli all’agricoltura biologica entro il 2030, insieme a un aumento considerevole dell’acquacoltura biologica». Le buone intenzioni non mancano.

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