Futuro

Il reggiseno “sospeso” che aiuta le sportive

The Sports Bra Project ha già raccolto 7.000 capi di intimo tecnico per le atlete che non possono permetterseli. Con questo gesto solidale, l’organizzazione fondata da una allenatrice di calcio americana garantisce una maggior partecipazione femminile nelle competizioni
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
8 marzo 2022 Aggiornato alle 21:55

Avete mai considerato un reggiseno come un lusso? Come un oggetto troppo costoso per poterlo acquistare? L’allenatrice di calcio newyorkese Sarah Dweyr-Shick si accorge di quanto possa essere “prezioso” questo indumento in Namibia, durante una partita di calcio, quando decide di donare alcuni reggiseni sportivi alle calciatrici del luogo. Stupita dall’entusiasmo con il quale i regali vengono accettati, Sarah si rende presto conto che la mancanza di reggiseni sportivi è un problema per le sportive africane, non solo della Namibia.

Così, nel 2018 si attiva per cercare di risolvere un problema “semplice” e fonda The Sports Bra Project, un’organizzazione che regala reggiseni alle atlete che ne hanno bisogno. «Senza il supporto e la copertura di un intimo adeguato, le donne spesso rinunciano a partecipare alle attività sportive. Di conseguenza, anche i migliori programmi che incentivano la partecipazione femminile alle competizioni atletiche possono essere inaccessibili» scrive The Sports Bra.

I capi vengono donati da organizzazioni, aziende e privati. Dal 2018 a oggi, sono stati più di 7.000 i reggiseni distribuiti in 26 Paesi del mondo e, presto, a questi si aggiungeranno anche alcune regioni dell’Australia. Women Sport Australia ha annunciato, infatti, di aver collaborato con The Sports Bra per la distribuzione di reggiseni alle comunità locali, in particolare nel Territorio del Nord e nelle zone colpite dalle inondazioni nel Queensland e Nuovo Galles del Sud. Il progetto è stato lanciato in occasione della Giornata Internazionale della donna, per regalare «un piccolo “pezzo” sportivo che cambierà la vita».

«La cultura dello sport fa parte del nostro DNA - ha dichiarato la presidente di Women Sport Australia, Gen Dohrmann. Lavorando nel settore, è per me un dovere fare tutto il possibile per garantire alle nostre ragazze la partecipazione agli sport che amano».

Dohrmann ha poi aggiunto che questo progetto è rivolto principalmente alle donne che, per pagare le bollette, non possono permettersi di comprare abiti sportivi, quindi di praticare attività fisica. Come ha riportato il Guardian, anche alcuni dei reggiseni prodotti per le atlete australiane alle Olimpiadi di Tokyo 2020 verranno donati all’organizzazione.

L’atleta paralimpica australiana Madison de Rozario si è mostrata entusiasta dell’iniziativa. «Sappiamo che l’attività fisica svolge un ruolo importante per la salute, per la costruzione di comunità più forti e per dare uno scopo alle persone. Non potrei essere più favorevole!» ha dichiarato.

The Sports Bra può rappresentare una svolta per molte ragazze che vivono in regioni dove non c’è disponibilità economica per gli investimenti nel settore sportivo, che rimane così solo un’attività maschile. Di conseguenza, le attrezzature disponibili sono tutte per i ragazzi. Ma grazie a Dweyr-Shick e al suo progetto, in qualche parte nel mondo lo sport per le donne non sarà più solo un lusso.

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