Diritti

Prima no vax, ora pro-Putin

La propaganda russa sui social e nelle chat complottiste ha fatto uno scatto di qualità. E la nostra vita relazionale e sociale è sempre più provata
Credit: daniel schludi
Tempo di lettura 4 min lettura
9 marzo 2022 Aggiornato alle 08:00

Ce ne siamo accorti un po’ alla volta, poi tutto insieme: i parenti, gli amici, i conoscenti, i contatti di Facebook che negli ultimi due anni erano caduti nel gorgo della propaganda antivaccinista sono diventati filo-Putin. E mica poco: la stessa veemenza che mettevano – e in parte mettono tuttora – nel diffondere notizie false a base di “siero genico sperimentale” e “morti da vaccino” che non lo erano, ora è destinata a sostenere l’invasione operata dai russi con la stessa convinzione di un residente di uno sperduto villaggio della Siberia dove si prendono solo tre canali e tutti sono convinti che l’esercito stia liberando l’Ucraina dai nazisti senza sparare un colpo sui civili.

Dal punto di vista strettamente tecnico, non è troppo sorprendente: il business dei contenuti no vax, che genera notevoli profitti, è almeno in parte gestito da società con sede in Russia e sembra essere direttamente riconducibile alle campagne di disinformazione messe in atto nel corso degli anni e da ben prima dell’epidemia di SARS-CoV-2. In soldoni: i canali Telegram e le chat che prima erano dedicati a spargere fesserie sui vaccini, ora sono stati riconvertiti in veicoli di propaganda filo-russa e pro-Putin. La gente che li gestiva era la stessa. E tua cugina che prima andava in giro smascherata sperando di beccarsi il Covid per non dover fare la vaccinazione, ora sostiene che Putin è un liberatore e l’ultimo baluardo contro il capitalismo, e che l’Ucraina è piena di nazisti.

Lascio a voi il compito di informarvi sul perché queste affermazioni siano prive di riscontro nella realtà: le risorse ci sono, e sono abbastanza convinta che chi mi legge sappia dove trovarle, e conosca anche la differenza fra fatti e opinioni, fonti affidabili e non. La cosa di cui voglio parlare ha a che vedere con l’umanità, e con la frattura sempre più profonda che si sta creando fra persone che percepiscono la realtà in maniera totalmente capovolta gli uni rispetto agli altri. Torna in mente Orwell e il concetto di “nerobianco”, vale a dire la capacità di sostenere che il nero è bianco se il partito lo richiede, un concetto che si applica in maniera opposta e complementare a un oppositore del regime, nel quale il rovesciamento della realtà viene letto come un’impudente negazione dei fatti. 1984 fu scritto e pubblicato nel secondo dopoguerra come atto d’accusa contro ogni totalitarismo, ed è impossibile rileggere quelle pagine senza sentirsi a disagio davanti alla loro terribile attualità. In questo momento, Vladimir Putin sta esercitando un controllo assoluto sui media nazionali, culminato nella promulgazione di una legge che vieta di parlare della guerra, nel senso che vieta proprio di utilizzare la parola “guerra” per descriverla. In Russia non è rimasto quasi nessuno, fra gli inviati delle testate occidentali, in grado di fare informazione su quello che succede nel Paese. Grande Fratello ha una faccia che conosciamo da tempo, e sì, ti sta davvero guardando.

E noi, qua, non ce la dobbiamo vedere solo con l’angoscia del rullo delle notizie che ci rimanda le immagini dei morti e dei bombardamenti, e – per i più grandi – con il ricordo della tensione che accompagnava le nostre giornate quarant’anni fa, quando la minaccia nucleare veniva agitata dai due blocchi contrapposti. Ce la dobbiamo vedere pure con lo zio Pino, che prima passava il tempo a far girare bufale sui vaccini e che ora è convinto che l’Ucraina debba essere liberata dall’oppressione del giogo nazista, ed è disposto a litigare con l’intera famiglia pur di difendere la sua posizione. Ed esattamente come succedeva con i vaccini, i putiniani di nuovo conio sono aggressivi, vengono a cercare la rissa. Vogliono proprio litigare. Del resto, la sensazione che la tempesta del Covid sia dietro le spalle (non lo è: ma lo sembra) e che i giorni delle mascherine e dei green pass siano contati lo lascia senza un punto di scarico a terra del suo complottismo. A lui non la si fa. Non gliela facevi con i vaccini e non gliela fai neanche adesso con l’Ucraina.

Rispetto al dramma degli sfollati, dei bimbi traumatizzati e dei morti per le strade è poca cosa, penso siamo tutti d’accordo, ma è comunque una tensione aggiunta alle tensioni che avevamo già addosso, una rottura nella nostra realtà condivisa che rende la convivenza ancora più difficile.

L’obiettivo era questo, del resto, è sempre stato questo: destabilizzare, dividere, aprire una breccia nella società per dare modo agli estremisti di infiltrare ogni movimento spontaneo nato dall’insicurezza, dalla frustrazione, dal malessere individuale e collettivo. Sta funzionando: se non a livello istituzionale, di sicuro nel quotidiano. Non riusciamo più a parlarci, perdiamo gli amici, litighiamo con i parenti, e non è su cose vere, non è perché abbiamo opinioni diverse sullo stesso fatto: no, sono proprio i fatti a non combaciare più, il nero è bianco, il bianco è nero.