6 piccoli gesti per ridurre il tuo impatto sulla Terra
Essere un consumatore più responsabile e rispettoso dell’ambiente richiede impegno e fatica. Bisogna porsi molte domande, fare rinunce e dedicare tempo a cercare strade alternative, più eco. È facile, quindi, che alle buone intenzioni non seguano poi le azioni concrete. Eppure, qualche sacrificio possiamo farlo.
Secondo uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Università di Leeds e confermata dagli esperti di Arup – società che presta servizi professionali nell’ambito dell’ingegneria e del design - e dal gruppo C40 Cities - gruppo di 97 città sparse in tutto il mondo che costituiscono un dodicesimo della popolazione mondiale e un quarto dell’economia planetaria - se nei Paesi più ricchi si rispettassero alcuni semplici impegni, il tasso delle emissioni globali si potrebbe ridurre del 25-27%. La ricerca, come riportato dal Guardian, è stata lanciata nell’ambito dell’iniziativa “The Jump”, che vuole sensibilizzare e incoraggiare le persone a compiere qualche piccolo, grande cambiamento nel proprio stile di vita. Il programma si articola in questi 6 piccoli gesti:
1. Limitare il consumo di carne e seguire una dieta prevalentemente a base vegetale, con porzioni equilibrate e senza sprechi, prediligendo prodotti locali, biologici o di stagione. Come spiega anche Lisa Casali - green mentor e autrice del blog Ecocucina fondato nel 2009 , «ridurre il consumo di carne serve a ridurre i gas serra, lo spreco di acqua, e altre emissioni inquinanti».
2. Acquistare non più di 3 capi di abbigliamento nuovi all’anno e, quando possibile, prediligere la moda second-hand. Oltre a questo, secondo Lisa Casali può essere utile privilegiare tessuti in fibre naturali come canapa, lino, cotone, lana in alternativa alle fibre sintetiche che rilasciano microplastiche a ogni lavaggio. «Una volta assodato che l’unica scelta veramente a impatto zero è non comprare» spiega Casali, che ha appena pubblicato Il dilemma del consumatore green (Gribaudo) «suggerisco di farsi una serie di domande prima dell’acquisto: “Mi serve davvero?”. “Posso riparare qualcosa che ho già? Posso prenderlo in prestito?” Altrimenti meglio comprarlo di seconda mano».
3. Conservare gli elettrodomestici per almeno 7 anni, vincendo la voglia di buttarli via dopo poco se sono difettosi. Il problema dell’obsolescenza programmata (cioè la rottura entro un certo tempo di alcune componenti o il malfunzionamento studiato a hoc) riguarda soprattutto telefonia e micro elettronica. Affidarsi al second-hand in questo caso non è consigliabile, «soprattutto per i seggiolini dei bambini in auto o per lavatrici e lavastoviglie che, se particolarmente vecchi, rischiano di produrre consumi molto più elevati di un modello di ultima generazione» dice Lisa Casali.
4. Non prendere più di un volo a corto raggio ogni 3 anni e un volo a lungo raggio ogni 8 anni: spostarsi in aereo contribuisce a produrre 448 grammi di CO2 per km a persona, mentre in treno solo 14 grammi di CO2 per km.
5. Ridurre al minimo l’uso o l’acquisto di automobili personali e ricorrere ai mezzi pubblici, alla bicicletta o al camminare: il 25% delle emissioni di gas serra in Ue sono riconducibili al settore dei trasporti, nel 2020, secondo i dati Openpolis. Secondo l’Istat, invece, 16,5 milioni di cittadini italiani hanno utilizzato mezzi privati per recarsi al lavoro ogni giorno, nel 2019. Per chi vive nelle grandi città, il consiglio è di puntare sulla micromobilità elettrica e sul car-sharing.
6. Prefiggersi una piccola, grande missione green. Per esempio, rendere la propria casa ecosostenibile, non solo garantendo l’efficienza energetica e l’isolamento termico del proprio appartamento, ma compiere una serie di scelte “verdi”, dalle vernici ecologiche ai rubinetti antispreco. «Io suggerisco anche di installare riduttori di flusso nei rubinetti di casa e fare la raccolta dell’acqua piovana» dice Lisa Casali. «Oltre a debellare dalla lista della spesa l’usa e getta e optare per alternative riutilizzabili, durevoli, lavabili. E cercare di cucinare sempre il 100% degli ingredienti, senza scartare nulla, comprese bucce, gambi e foglie che solitamente non vengono utilizzati e che sono invece le parti più ricche di vitamine e fibre».