Diritti

In Russia l’8 marzo è un giorno ancora più speciale

Nel 1917 le donne di San Pietroburgo scesero in piazza contro la guerra: poco dopo lo zar abdicò e fu arrestato. A più di 100 anni da quella storica data, un altro zar minaccia il mondo e la lotta femminista
Aleksandr Rodčenko - Scale, 1929
Aleksandr Rodčenko - Scale, 1929
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8 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

Da giorno di lotta a festa nazionale. Dalla rivoluzione delle donne alla guerra degli uomini. Dall’abdicazione dello zar Nicola II al potere assoluto di Vladimir Putin. La storia dell’8 marzo, in Russia, si intreccia con quella che ha segnato l’Unione Sovietica del passato e la Russia del presente. Scuole chiuse, musei gratis, vacanza per tutti, le strade piene di fiori da regalare alle donne e persino un discorso ufficiale del presidente della Federazione Russa Vladimir Putin.

Nonostante la tradizione femminista, la festa nella versione russa attuale è più legata al ruolo della donna nella società, ma è anche un giorno per celebrare la fine dell’inverno e l’inizio delle giornate di luce. Un modo per dimenticarsi del passato e trovare una scusa, seppur per una causa importante, per festeggiare il presente, tra la guerra, gli arresti, la censura dei media, le sanzioni e la chiusura al mondo esterno.

Ricordare il 1917 può aiutare però a ravvivare il vero senso della lotta femminista, nata in Russia proprio con la Rivoluzione d’ottobre: lo stesso giorno in cui si celebra la Festa della Donna, segna l’avvio della rivoluzione.

Il 23 febbraio (8 marzo secondo il calendario gregoriano) le tessitrici di Torshilovo e le dipendenti del deposito di tram dell’isola Vassilievsky sfilarono sulla Prospettiva Nevsky a San Pietroburgo. Pane per le famiglie dei soldati, pace per i loro figli e diritti per loro stesse: erano queste le richieste delle proteste che animarono la capitale zarista e che portarono entro pochi giorni all’abdicazione dello zar.

Dopo pochi anni da quel momento storico, Lenin dichiarò che l’8 marzo doveva essere ufficialmente designato come la Festa della Donnanel 1977 Le Nazioni Unite proclamarono la giornata internazionale della donna – ma solo nel 1965 divenne un giorno non lavorativo in Unione Sovietica.

Oggi, un’occasione per Vladimir Putin per spostare l’attenzione dalla guerra in Ucraina e la crisi economica, verso l’importanza delle donne e del loro ruolo nella società russa. Solo qualche giorno fa il presidente russo ha visitato il centro di addestramento aeronautico della compagnia aerea di bandiera Aeroflot, dove ha incontrato i rappresentanti degli equipaggi di volo delle compagnie aeree russe. Per l’occasione, si è congratulato con tutti per le vacanze dell’8 marzo augurando il meglio e sottolineando che nel settore sono impiegate più di 70.000 donne.

Eppure, secondo lo studioWomen, Business and Law-2019” condotto dalla Banca Mondiale, la Russia occupa il 116esimo posto (su 187 Paesi presi in esame) in materia di diritti delle donne. Per la valutazione, sono stati utilizzati indicatori come salari, occupazione, gestione della propria attività, gestione patrimoniale, pensioni, libertà di movimento, nonché il matrimonio e la presenza di bambini.

La Russia ha ottenuto 73,13 punti su 100: bene per la libertà di movimento dove è stata raggiunta l’uguaglianza. Meno di tutti (25 su 100 punti) il campo della retribuzione, mentre le aree più problematiche sembravano essere l’inizio di una carriera e una legge sullo scioglimento del matrimonio.

A 10 anni dall’irruzione nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca da parte di 5 donne del collettivo punk Pussy Riot, la preghiera delle femministe non cambierebbe neanche ora: liberare la Russia da Vladimir Putin.