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Svezia: il sistema delle “scuole libere” verrà superato

La ministra Lotta Edholm ha promesso la più grande riforma degli ultimi 30 anni, che punta a limitare il modello scolastico in cui le aziende a scopo di lucro gestiscono l’istruzione pubblica
Credit: Max Fischer
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
14 novembre 2023 Aggiornato alle 11:00

La ministra dell’Istruzione svedese l’ha definito un «fallimento»: il sistema delle “scuole libere”, cioè a gestione privata e finanziate con denaro pubblico, verrà accantonato per fare spazio a un «rinnovamento completo del sistema di finanziamento della scuola, rafforzando il controllo del Governo sulla distribuzione delle risorse, in modo che il collegamento tra bisogni e allocazione sia rafforzato in tutto il Paese». Lotta Edholm ha annunciato così una riforma scolastica, il più grande riassetto degli ultimi 30 anni, dicendo addio alle friskolor svedesi.

“Oggi esistono evidenti carenze nel modo in cui le risorse vengono distribuite alle scuole indipendenti, mentre ci sono differenze troppo grandi nella quantità di investimenti nelle scuole da parte dei diversi comuni”, spiega sul sito ufficiale il ministero dell’Istruzione, che “ora avvia un’inchiesta per elaborare un sistema di finanziamento completamente nuovo per la scuola”.

Nel 2022–2023 le scuole indipendenti hanno attirato il 16,2% di tutti gli studenti della scuola dell’obbligo (dai 6 ai 16 anni) e il 31,3% di tutti gli studenti della scuola secondaria superiore (dai 16 ai 19 anni), secondo il sito web Sweden.se, gestito dall’Istituto Svedese. In Svezia le scuole indipendenti, non municipali, devono essere approvate dall’Ispettorato scolastico e seguire i programmi nazionali, proprio come le normali scuole municipali.

Le friskolor, che letteralmente significa “scuole libere”, hanno attirato le attenzioni di tutto il mondo: nel 1992 è stato introdotto un sistema di voucher, a livello di scuola primaria e secondaria, che consente la libera scelta tra scuole pubbliche e private, o, appunto, “indipendenti”. Il voucher viene pagato con fondi pubblici dalle autorità locali direttamente a una scuola, esclusivamente in base al suo numero di studenti. “Può essere, a esempio, una fondazione, un’azienda, un’associazione, un privato o una comunità religiosa - spiega la Confederazione svedese delle scuole libere, Friskolornas riks­förbund, che - lavora per sviluppare e aumentare la qualità delle scuole materne e delle scuole svedesi basandosi sui pilastri della libertà di scelta per bambini, studenti e genitori, pari condizioni per tutti i soggetti e attenzione alla qualità”.

Tuttavia, spiega il Guardian, negli ultimi anni il calo degli standard educativi svedesi, la crescente disuguaglianza e il crescente malcontento tra insegnanti e genitori hanno contribuito ad alimentare lo slancio politico verso il cambiamento. A giugno il principale sindacato degli insegnanti svedesi, Sveriges Lärare, ha pubblicato un report in cui ha spiegato le conseguenze negative di essere diventato uno dei sistemi scolastici più commercializzati al mondo: “mostra quanto sia diffuso la visione del ‘cliente’ nelle scuole svedesi. Contribuisce a far sì che gli insegnanti siano sottoposti a richieste irragionevoli e a influenze indebite, sia da parte dei tutori che dei presidi”. Quest’estate il sindacato ha chiesto che le scuole a scopo di lucro e commercializzate vengano gradualmente eliminate e che nel frattempo reinvestano gli eventuali profitti nelle loro aziende.

Lotta Edholm, liberale, ha avviato un’indagine sulla questione: «Non sarà possibile [nel sistema riformato] trarre profitto a spese di una buona istruzione», ha dichiarato al Guardian presso il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca di Stoccolma. La ministra intende «limitare severamente» la possibilità delle scuole di ritirare i profitti e introdurre multe per le scuole gratuite che non si adeguano: «Non è possibile che lo Stato versi un sacco di soldi per permettervi di migliorare la vostra attività e che allo stesso tempo una parte di quel denaro vada a finire nelle vostre tasche come profitto», ha ribadito. Sono state le gymnasieskola, o scuole secondarie superiori, a trarne maggiore profitto. Tuttavia, «non è solo un problema di un certo numero di scuole», ha aggiunto la ministra, «ma diventa un fallimento di tutto il sistema».

Edholm cercherà anche di contrastare l’influenza della religione sull’insegnamento nelle scuole religiose e di rafforzare le regole sulla proprietà delle scuole, perché c’è il rischio che le scuole libere possano essere sfruttate da proprietari svedesi e stranieri che vogliono influenzare la società. Secondo la ministra, inoltre, in questi istituti i docenti assegnano voti troppo alti, creando squilibri nell’intero sistema.

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