Economia

L’Europa premia le nuove startup a guida femminile

Si chiama Women TechEu il programma pilota della Commissione Ue che quest’anno sosterrà 50 imprese a elevato contenuto tecnologico. Cinque sono italiane
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
4 marzo 2022 Aggiornato alle 09:00

Un importante sostegno per le nuove startup a elevato contenuto tecnologico. E guidate da donne. L’iniziativa è della Commissione europea, che il 1° marzo ha annunciato i risultati del primo invito al Women TechEu. Si tratta del programma pilota europeo che ha l’obiettivo di abbattere il divario di genere, presente anche nel campo dell’innovazione.

Lanciato lo scorso luglio per fornire coaching e tutoraggio, oltre ad aiuti economici mirati per aiutare a sviluppare la loro attività, a partire da questa primavera l’iniziativa europea sosterrà 50 promettenti startup, finanziando sovvenzioni del valore di 75.000 euro. La Commissione ha selezionato un gruppo di imprese guidate da donne di 15 Paesi diversi: più di 40 con base nell’Unione europea.

Ben 5 sono italiane. Si tratta della milanese Biomimx, l’anconitana Emoj, la torinese ClearBox AI Solutions, la bolzanina Ecosteer e la romana Splastica. E si occupano rispettivamente di salute (le prime due), intelligenza artificiale, gestione di dati e ingegneria.

Dalla produzione di organi su chip su cui testare l’efficacia e la non tossicità di nuovi farmaci fino alla creazione di un materiale biodegradabile, compostabile e alternativo alla plastica, i progetti delle cinque aziende italiane premiate si aggiungono alle altre 45 selezionate per aver sviluppato innovazioni avanguardistiche, impegnandosi a raggiungere obiettivi di sviluppo sostenibile (gli OSS) come la riduzione degli sprechi alimentari, la lotta al climate change. Ma anche l’ampliamento dell’accesso all’istruzione e l’emancipazione femminile.

La Commissione ha fatto sapere che rinnoverà il programma Women TechEu: il bilancio per il prossimo invito sarà aumentato a 10 milioni di euro, e finanzierà 130 imprese.

«Le start-up a contenuto tecnologico estremamente avanzato tendono ad avere cicli di ricerca e sviluppo più lunghi e spesso la loro costruzione richiede più tempo e capitale rispetto ad altre imprese – ha spiegato la Commissione in una nota – La maggior parte di loro, se non riceve tempestivamente sostegno e investimenti adeguati, rischierebbe di fallire nei primi anni se non riceve tempestivamente sostegno e investimenti adeguati. Le donne che operano nel settore delle tecnologie avanzate si trovano spesso ad affrontare l’ulteriore ostacolo rappresentato dai pregiudizi e dagli stereotipi di genere, particolarmente diffusi nel settore».

«Il gran numero di domande di alto livello – ha dichiarato Mariya Gabriel, Commissaria europea per l’Innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e i giovani – conferma la necessità per le donne che operano nel settore delle tecnologie estremamente avanzate di ottenere sostegno per le loro imprese nella fase iniziale, che è la più rischiosa».

Per ogni donna che non ha l’opportunità di avviare e guidare un’impresa tecnologica, l’Europa perde non solo talento e diversità, ma anche occasione di crescita economica. E a capirlo, finalmente, è stata proprio l’Europa.

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