Roma: perché i pini stanno morendo?

- Indice dei contenuti
- Il problema non è circoscritto a Roma
- Rimedi e ritardi
Roma è il Comune europeo con il più vasto patrimonio ambientale. 85.000 ettari costituiti dalle tenute di campagna delle famiglie nobili romane divenute parchi, da riserve naturali, aziende agricole e aree archeologiche. Non solo rappresenta un elemento cruciale per la salute e il benessere mentale dei cittadini, ma al suo interno si svolge praticamente ogni attività umana associativa, economica, ricreativa, sportiva e così via.
Ma il patrimonio ambientale capitolino è a rischio a causa del cambiamento climatico. La siccità e il caldo torrido degli ultimi anni hanno indebolito gli alberi e aumentato il rischio di incendi e di inondazioni.
Se da un lato la vegetazione secca favorisce il propagarsi del fuoco, dall’altro il suolo arido diventa compatto e impermeabile all’acqua piovana. Il suolo respinge così l’acqua anziché assorbirla, causando un aumento del deflusso superficiale. Quando finalmente arriva la pioggia, si concentra in un lasso di tempo molto breve, con precipitazioni così intense da causare lo sradicamento delle piante.
A questa situazione, dal 2019, si è aggiunto un parassita alieno che sta minacciando i circa 120.000 pini di Roma e le pinete del litorale: la cocciniglia tartaruga.
Il problema non è circoscritto a Roma
La cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis) è un parassita originario del Nord America scoperto nel 2014 in Campania e diffusosi in tutto il Sud Italia. Attacca in particolare il pino domestico: si nutre della sua linfa, produce una grande quantità di melata che favorisce il successivo sviluppo di fumaggine che ricopre interamente gli aghi dei pini e i rami. Questa stratificazione comporta una riduzione della fotosintesi con il deperimento delle piante fino alla loro morte.
Rimedi e ritardi
Esistono diversi trattamenti contro questo insetto, come gli antagonisti naturali o i trattamenti endoterapici mediante iniezioni sottocorticali. Quest’ultima soluzione, che va ripetuta ciclicamente, è la scelta più comunemente adottata in Italia.
Molti pini di Roma (ma non tutti) sono stati sottoposti a un primo ciclo di trattamenti quando già il parassita era ampiamente diffuso, diversamente dal Comune di Firenze, che è riuscito a circoscrivere il danno intervenendo tempestivamente, e dal Vaticano che ha sperimentato le prime cure nel 2019.
Un pino in salute vive oltre 200 anni. La pineta Sacchetti nel quadrante nord ovest di Roma, oggi Parco Regionale Urbano del Pineto, descritta da D’Annunzio durante le battute di caccia con i Torlonia, versa in condizioni drammatiche con un terzo dei pini secolari malati o già abbattuti.
Si calcola che un pino impieghi circa 70 anni per raggiungere l’altezza dei pini che costituiscono il nostro panorama unico. Seppure il comune assicura la piantumazione di nuovi alberi di diverse specie il panorama non sarà mai più lo stesso.